Il Costo Nascosto Delle Amicizie 

psicologo italiano a londra
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E Perché é Importante Investire bene le nostre risorse

Più cresciamo, più ci rendiamo conto di aver una disponibilità limitata di risorse a nostra disposizione: tempo, denaro, energia, denaro, ecc…. 

Se non stiamo attenti rischiamo di disperdere troppe risorse nelle cose sbagliate e a ritrovarci, di conseguenza, a non avere più nulla a disposizione per le cose invece meritano il nostro investimento.

Una di quelle cose importanti su cui investire, ma che non sembra così evidente è l’ ‘amicizia. Una componente essenziale della nostra vita, e come tutte le cose importanti, ha un costo, di due tipi: monetario e “umano”. È quindi importante sapere come investire bene i nostri risparmi di tempo, energia e denaro.

I due tipi di costo

Ecco qui delle osservazioni sui costi (più o meno) nascosti delle amicizie:

  1. Costi monetari

Sembra strano perché non ci pensiamo molto ma ci sono delle spese dietro al mantenimento di un’amicizia. Ad esempio se si esce a pranzo di tanto in tanto, colazioni, serate importanti, compleanni, viaggi.

Insomma, per fare delle attività in compagnia bisogna investire del denaro, certo si può scegliere di fare cose che abbiano un costo accessibile o che siano gratuite, ma anche se il valore dell’amicizia non è misurabile in termini monetari,spesso, l’amicizia può risentirne se due persone hanno accesso a redditi diversi. L’amicizia viene così influenzata anche dal reddito.

  1. Costi Umani

Portare avanti le amicizie ha un costo energetico non indifferente. Non parlo di quella persona che vediamo solo una volta all’anno, ma di quei legami che vengono coltivati nel tempo.


Ci si vede, ci si sente, si è emotivamente disponibili per l’altra persona in momenti belli ma anche in quelli difficili. E questo richiede impegno. Se ci si trova ad avere un’amicizia unilaterale (dove solo una persona si sta impegnando) allora magari è il caso di valutare se portarla avanti.

E questo mi porta ad un altro punto importante…

Il costo più importante

Ok, abbiamo parlato di cosa serve per stare dietro ad amicizie che vogliamo portare avanti per coltivarle e farle fiorire!

Ma, attenzione! C’è un costo ancora più nascosto, che vediamo soltanto in quanto conseguenza dell’essere rimasti troppo a lungo in una situazione che non ci fa bene.

Ovvero lo stare dietro ad amicizie che non ci servono più. E questo ha il costo più grande di tutti!! La perdita di noi stessi e la stagnazione della nostra crescita personale.

Come capire se lasciare andare

Capire se lasciare andare un’amicizia è una decisione delicata e personale. Ecco alcuni segnali e considerazioni che potrebbero indicare che potrebbe essere il momento di lasciar andare un’amicizia:

Mancanza di Supporto (o supporto unilaterale): se l’amicizia non offre il supporto emotivo che cerchi durante i momenti difficili, e ti senti trascurato, potrebbe essere segno di una dinamica disfunzionale. (attenzione, una cosa importante… tendiamo ad avere dinamiche molto simili alle relazioni amorose anche nelle altre relazioni interpersonali)

La presenza di conflitti persistenti  ( anche dati dalla mancanza di comunicazione) può indicare che la relazione è diventata poco sostenibile Se i tentativi di risolvere i problemi non portano a miglioramenti, potrebbe essere il momento di considerare altre strade.

Stress: se la relazione è più fonte di stress o tristezza che di gioia e soddisfazione, questo potrebbe essere un segnale che l’amicizia sta avendo un impatto negativo sulla tua salute emotiva e potrebbe essere il momento di considerare il distacco.

Conclusione

Insomma, tutto ha un costo e spetta a noi capire e decidere come distribuire bene le nostre risorse. Il consiglio che vi posso dare, soprattutto per chi sta facendo un percorso in terapia o di lavoro su se stessi, è di abbracciare l’idea che anche le amicizie sono fatte per evolversi. 

Con la crescita capiamo meglio chi siamo, a volte cambiano i nostri valori, spesso mettiamo dei paletti (che prima magari non esistevano), impariamo a comunicare meglio e tante volte ci viene difficile restare connessi ad alcune persone semplicemente perché stiamo percorrendo strade diverse. Ed è normale. 

Se avete il coraggio di lasciare andare quello che non vi appartiene più, troverete quello di cui non sapevate di aver bisogno.

Essere Un People Pleaser Fa Male Alla Salute

psicologo italiano a londra
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Ti capita mai di sentire come se stessi facendo troppo per gli altri senza che questo venga ugualmente ricambiato? E questo a lungo andare ti lascia un po’ l’amaro in bocca…o ti fa sentire peggio, come se il risentimento avesse trovato una tappa fissa.

Cercare costantemente di accontentare gli altri a discapito dei propri bisogni e desideri, o fingere di essere chi non sei per piacere agli altri,  può sembrare una virtù, ma dietro questa tendenza può nascondersi un risvolto oscuro che può danneggiare la tua salute mentale (e fisica) e il tuo benessere generale.

Quelle persone che mettono i loro bisogni e desideri in secondo piano e danno priorità a quelle degli altri si chiamano “people pleasers”.

Il pensiero che sta dietro l’aiutare gli altri può essere semplificato così: se gli altri sono felici e contenti, lo siamo anche noi, giusto?  A livello logico non fa una piega. Io felice = tu felice. Ma, quando andiamo a scavare un po’ più a fondo, scopriamo che in realtà questo comportamento non fa bene a nessuno, e i motivi principalmente sono due.

  1. Abbandoniamo noi stessi

Il desiderio di piacere agli altri è intrinseco alla natura umana, ma quando questo bisogno diventa eccessivo, può portare a conseguenze negative. Innanzitutto, essere un “people pleaser” può comportare un costante senso di insoddisfazione personale. Mettendo sempre gli altri davanti, ignori te stess*, se tu non ti occupi di te, chi lo fa al posto tuo? 

Inoltre, la paura del rifiuto diventa una costante nella vita di un “people pleaser” e di conseguenza la necessità di essere approvati da tutti può generare ansia e stress costante, poiché la paura del rifiuto diventa un’ombra che accompagna ogni decisione e azione.

(e le persone “fiutano” il nostro modellarci per loro e spesso questo le fa allontanare).

  1. Limitiamo la crescita degli altri

Non aiutiamo le persone che ci stanno attorno perché spesso portiamo avanti delle situazioni in cui non permettiamo agli altri di “fare i conti” con le conseguenze dei loro comportamenti o di non assumersi nessuna responsabilità perché ci siamo sempre noi ad andargli in contro. Oppure a dire “no, è tutto ok” quando in realtà non lo è.


Se qualcuno fa qualcosa che non ci piace, e noi non diciamo nulla o ci andiamo dietro, per evitare un sorgere di conversazioni difficili o situazioni spiacevoli,oppure se ci trasformiamo nella versione perfetta della persona che viene approvata e apprezzata dagli altri, non aiutiamo gli altri a capire cosa c’è che non va (oltre al non aiutare noi stessi restando in situazioni spiacevoli).

Da dove arriva il people pleasing?

Se sei cresciuto in un ambiente disfunzionale, dove modellare il tuo comportamento e cambiare chi sei per “mantenere la pace” era la norma, è molto probabile che tu abbia mantenuto questa tendenza di sopravvivenza anche in età adulta. In quanto è un comportamento che hai sviluppato per superare situazioni difficili.

Quindi non posso più aiutare nessuno?

No, puoi aiutare chi vuoi, se lo vuoi davvero o se ne hai disponibilità. 

Ovvero, se sei già super busy e non hai voglia di fare qualcosa ma accetti lo stesso perché pensi che dire di no farebbe arrabbiare o dispiacere l’altra persona, (quindi sacrifichi il tuo bisogno di riposo o le tue priorità) allora è considerato people pleasing.

Come smettere di essere un “People Pleaser”?

1. Consapevolezza: Il primo passo per smettere di essere un “people pleaser” è diventare consapevoli di esserlo. Rifletti su situazioni passate in cui hai sacrificato i tuoi desideri per accontentare gli altri. Riconoscere questo comportamento è fondamentale per apportare cambiamenti significativi.

2. Impara a dire di no: Impara a fissare limiti sani (boundaries) e a rifiutare gentilmente quando senti di non poter o non voler accontentare una richiesta. Non serve che ti giustifichi! Un “no” è sufficiente. (lo, so, difficile vero? 🙂)

3. Riconosci i tuoi bisogni: Chiediti cosa vuoi davvero e cerca di soddisfare anche le tue esigenze.Trovando un equilibrio tra l’essere presente per gli altri e prenderti cura di te stesso.

4. Accetta il fatto che non puoi piacere a tutti: È impossibile soddisfare tutte le persone tutto il tempo. Accettare questo fatto libera da un peso enorme e permette di concentrarsi su relazioni genuine e significative anziché cercare l’approvazione di tutti.

5.Cerca supporto: Parla con amici fidati, familiari o considera l’idea di consultare uno psicologo. Avere un sostegno emotivo può essere fondamentale nel processo di superare l’abitudine di essere un “people pleaser”, soprattutto quando questa tendenza è in risposta ad una crescita in famiglia disfunzionale.

Forse la cosa più importante da ricordare è che, continuando a plasmarti per situazioni diverse, impedisci al vero te di venire a galla. E ti privi non solo di scoprire chi sei ma anche di formare relazioni significative con persone a cui il vero te stesso piace.

DISCLAIMER: Tutto questo non si riferisce a situazioni in cui confrontando o rispondendo facendo sentire la propria voce, si rischia dell’abuso. Se sei in una situazione dove senti che esprimere i tuoi bisogni può portare a dell’abuso, cerca supporto il prima possibile, uscirne non è semplice ma ci sono persone che possono aiutarti.

The 5 Building Blocks of a Happy (and Healthy) Relationship

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And how to recognise if you’re in one when you grew up in a dysfunctional family

Relationships are complicated, even more so when you grow up in a family environment that is anything but healthy. 

Dysfunctional families leave us with some extra layers of trauma to untangle, and that impacts us in many ways, especially in our interpersonal sphere. 

This doesn’t deter us from looking for a partner, but it makes it harder to know when someone is good for us and, therefore, to determine whether or not we are in a healthy relationship.

Let me help you understand some of the building blocks that make a healthy relationship:

  1. Effective Communication

If you can have an open conversation when the other person is not feeling attacked, doesn’t judge you, and overall welcomes this discussion and maintains an open, honest, and respectful space for mutual understanding. It’s a good sign that you might be in a healthy relationship, or at least your partner shows one healthy trait!

Both partners actively listen and express themselves without fear of criticism or aggression.

Conflict is handled constructively, emphasising problem-solving and compromise rather than blame or shouting. This may feel very different, even scary, for people who come from a dysfunctional family, where conflict was either avoided or blown out of proportion.

  1. Boundaries and Mutual Respect (of Said Boundaries)

Personal boundaries are necessary to maintain healthy relationships (even with families and friends). Sometimes, it’s hard for people who have been through dysfunctional relationships to implement them and have them respected by the other person.

This is why, when partners respect each other’s physical and emotional boundaries, it makes for a safe space and a sign of a healthy relationship.

  1. Trust and Safety

Trust is a fundamental element of any relationship. In romantic relationships, partners can rely on each other without constant fear of betrayal or abandonment. Trust also provides and nurtures emotional security.

  1. Emotional Support

Trust and safety are built through emotional support (and consistency). In a healthy relationship, emotional support is readily available. Partners are there for each other during difficult times and offer encouragement, empathy, and validation.

Suppose you pair this with boundaries and respect. In that case, you have a perfect recipe for a healthy, mature relationship, where two individuals know that support is there when needed but are also communicative enough to check in with their partner and see if they can manage the added emotional task.

  1. Independence and Individual Growth

One thing that might happen in dysfunctional relationships is that we might get engulfed into our partner’s life, forgetting about our own. This, in the long run can make the other person feel suffocated and if our relationship had to end, we’d feel as if our whole universe comes crumbling down.

Spending time together is fantastic and we do need a lot of it to get to know our partner and to grow the relationship, but…we also need to maintain a life outside of our love life.

Partners who support each other’s personal growth and autonomy often have a more loving and deeper connection. They know the other person is whole without the relationship and choose to be in one because they want to, not because they need to.

Each person can pursue their interests and dreams, developing a solid sense of self and bringing the joys of personal growth into the relationship, keeping it alive and thriving.

A Final Word On Healthy Relationships

A healthy relationship is one where you can be yourself and feel safe expressing your needs, knowing that the other person will support and care for you. 

Relationships take time, especially if you grew up in a dysfunctional home. You might find these types of relationships scary initially because they feel unfamiliar. I hope you’ll be brave and curious enough to see these traits and, instead of walking away, explore these sensations and replace unhealthy partners with caring, communicative and loving ones. 
You deserve to know what love is; you deserve to be in a healthy relationship, and if you can’t find one yet, you can always begin working on yourself and embodying these traits so you can be the healthy partner you’re seeking.

Do You Feel Like A Failure? 

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Here are some underrated accomplishments that might change your mind

Everyone talks about being successful. And what do we connect success to? A lovely home, a great job, family, and wealth These are great things to have, but it’s like seeing things in black and white when there is a whole gamut of shades in between.

Success and achievements are on a spectrum

There is more in life than achieving things other people think are accomplishments.

When we don’t reach the success that others decide, we feel “less than”. We feel as if we failed at a race we didn’t agree to participate in. But if we see achievements and success as part of a broader spectrum and not as a single, strict list, then we are all winners.

The “list” is not bad per se, but it lacks context. It doesn’t consider our background, the difficulties we had to face, the struggles we had to overcome, and the transformation we’ve been through to become the person we are today.

Allow me to offer you a different list. One that is based on the things you are and do, not on what you have bought.

Achievements that are not on the “strict list” but are still deserving of the title:

Being happy in your relationship

Having a healthy, happy marriage or relationship is an achievement. This also includes a happy relationship with ourselves, but I’ve added this in a separate point below.

Being able to set healthy boundaries

This is a great one. Especially when you come from a past where it was difficult for you to do so, this includes “saying no” when you don’t want to do something and overall teaching others how to treat you by respecting your time and space.

Enjoying your own company: this is more than a sentence that people throw around because it’s cool. Enjoying your own company also means that you know yourself so much that you are comfortable just being around you.

Removing yourself from a dysfunctional situation. Whether that is a toxic job, a bad relationship or a marriage, it shows tremendous courage to detach yourself from something you know is terrible for you, even when it hurts so much you’d rather stay instead.

Changing your dysfunctional patterns. Ah, this one. You’re telling me that building a whole new set of healthy coping mechanisms and eradicating things that aren’t working for you anymore is not worth celebrating?! Whoever has been in therapy or has dared to look inward and do the work knows how hard and intense that can get. Where’s your cake?!

As a rule of thumb, everything that shows growth in you as a person counts as a success. Even if that is just you saying, “This is not what I ordered”, and sending that plate back to the kitchen. If this is not something you used to do, then congrats! You’ve done something remarkable that your old self could have only dreamed of.

Conclusion

Don’t let a list of achievements dictated by someone else tell you what or where you should be in life. Living a life based on your values will give you a whole new sense of fulfilment simply because those goals align with who you are. 

Success is on a spectrum: big, small, simple, and complex; we could all benefit from being kinder to ourselves and appreciate that we get to grow at different paces, we get to experience life in our way, and there is no harm in celebrating and supporting all the ways a person can be seen as successful.

You got this!

I Nostri Genitori Stanno Invecchiando, Come Affrontare Questa Realtà

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…e la paura della loro perdita

Nessuno parla di quanto faccia male vedere i nostri principali punti di riferimento, i nostri genitori, avere difficoltà a fare quelle cose che una volta sembravano fare con leggerezza.

Dentro di noi pensiamo che sia una svista, cose che capitano di tanto in tanto, ci diciamo che sono ancora giovani e che c’è tempo, ma la verità è un’altra. Il tempo sta passando e noi stiamo spazzando sotto al tappeto quelle cose che no vogliamo vedere. Fingiamo che non esistano, fingiamo che per noi il tempo non passi e i nostri genitori siano immortali e ancora come li ricordiamo noi: giovani, pieni di energia e in perfetta salute.

Se Non Lo Vedo, Non Esiste

I genitori sono le nostre figure di riferimento,  è normale pensare con tristezza al momento in cui non ci saranno più. 

Nessuno ne parla appunto perché fa male, parlarne porterebbe questo brutto pensiero a diventare reale. 

E se non ci pensiamo almeno per oggi, magari questo mostro cattivo andrà via. Se non ne parlo allora non esiste. Giusto?

Cosa Si Cela Dietro alla Paura?

A livello fisico questo pensiero si manifesta come ansia, angoscia e talvolta ad attacchi di panico. Gli attacchi di panico nascondono solitamente emozioni represse e vissuti nascosti, che lei forse “copre” con questa paura.spesso ci porta anche ad evitare alcune situazioni. 

Ma c’è di più. Questo evitamento nell’affrontare la realtà, ci porta ad avere delle conseguenze nell’immediato. Magari andiamo meno a casa dei genitori perché il pensiero di vederli così ci fa male, chiamiamo meno o ci allontaniamo per cercare preventivamente di “ripararci” dal dolore della perdita futura.

Però questo non fa altro che peggiorare la situazione e rischia di farci anche sentire in colpa.

Quindi, Cosa Possiamo Fare?

Di seguito vi riporto alcune cose che possiamo fare per superare quest’ansia di perdita:

  • Il primo passaggio è accettare che il ciclo della vita è così. Tutto nasce e tutto muore. Abbiamo un inizio e una fine. La perdita di un genitore è parte di questo ciclo; 
  • Prendersi cura dei genitori al meglio delle nostre capacità, con dignità e rispetto nei loro confronti, come loro hanno fatto con noi quando non sapevamo nemmeno di esistere;
  • Passare il tempo con loro e godere dei piccoli momenti assieme;
  • Semplicemente essere presenti quando hanno bisogno di noi.

Quando Cercare Supporto Per Te

Quando questo pensiero della perdita diventa però “troppo” presente, che ci impedisce di continuare a vivere normalmente, potrebbe nascondere delle paure e insicurezze più profonde. 

La psicoterapia potrebbe aiutarti a capire come mai si è formato in modo così prepotente questo pensiero e poi, una volta conosciuto, come riuscire a gestire questo pensiero e le paure ad esso legate.

Conclusione

Non possiamo fermare il tempo ma possiamo fare in modo che il tempo che passiamo con i nostri genitori sia di valore per noi e per loro.

Come Trovare Un Partner Umano

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Le persone ci offrono quello che pensiamo di meritare

“OoOoooOoOooo….sono un fantasmaaa!!”

“Che paura! Cosa ci fai qui?”

“La casa sembrava accogliente. Ho visto altri fantasmi in giro.”

“Sei sempre stato un fantasma?”

”No, prima ero la possibilità di una relazione. Ma non ero pronto….”

L’amore. Una cosa bella e complicata, anche senza l’espansione nel paranormale. Come forse avete intuito oggi parliamo del fenomeno del “Ghosting”. 

Ma perché ci sono così tanti fantasmi?

Le nostre azioni sono motivate dalle emozioni (o dal voler evitarne alcune). Chi fa Ghosting lo fa perché vuole evitare (o non sa come gestire) il confronto e l’eventuale conflitto che arriverà dicendo all’altra persona che non vogliono più continuare con la relazione.

È vero che il ghosting sta diventando un fenomeno sempre più diffuso, anche dovuto al nostro “nuovo” modo di comunicare. Da una app di dating all’altra, c’è molta più scelta del partner e a un certo punto non si ritiene nemmeno più “necessario” dire nulla, si passa alla sparizione improvvisa pensando sia normale comportarsi così.

Come faccio a capire se mi stanno ghostando?

Se improvvisamente il partner scompare; non risponde più al telefono, non legge i messaggi, e rifiuta ogni contatto lasciando che sia il silenzio totale a comunicare la notizia del suo definitivo distacco. In sostanza: cessa tutte le comunicazioni senza avvisare ne spiegare il perché. 


Ovviamente il ghosting lascia la persona che è rimasta ad aspettare, in uno stato di abbandono, chiedendosi il perché di questo comportamento

Voglio rassicurarvi però che non è colpa vostra e non ci sono segnali al mondo che avreste potuto prevedere che avrebbero evitato questo comportamento dall’altra persona. Ma adesso vi spiego meglio che cosa fare per evitare i fantasmi in futuro.

Il Segreto per dire basta agli spiriti

Lo so che ormai sarete stufi di sentirvelo dire (sorry!) ma leggere i segnali per il ghosting non sarà molto d’aiuto a prevenire il prossimo, la chiave è lavorare su se stessi. 

Quando lavoriamo su noi stessi, cambiamo il modo in cui ci rapportiamo agli altri e di conseguenza, le persone che facciamo entrare nella nostra vita cambiano. 

Una cosa che potete iniziare a fare se sentite che la persona che state frequentando inizia ad esibire dei segnali che potrebbero portare al ghosting (si allontana, cancella gli appuntamenti, smette di rispondere ai messaggi, diventa scostante, ecc) è: prendere in mano la situazione. 

Potete mandare un messaggio al partner dicendo “mi ha fatto piacere conoscerti, ma non vedo un futuro assieme”. Non diamo colpe, non puntiamo il dito, e non diventiamo passive-aggressive nella speranza che tornino “in vita”. Comunichiamo in modo chiaro un nostro paletto, in questo caso stiamo dicendo “non voglio persone incostanti nella mia vita, grazie e ciao”.

Come dicevo, il Ghosting è un comportamento che ha più a che fare con chi sparisce che con chi viene abbandonato. Però, il mondo che ci circonda è uno specchio. I partner che troviamo riflettono, e rinforzano, l’idea che abbiamo di noi stessi.

Quindi, quando trovate un partner che non è disponibile, non è pronto ad impegnarsi, va e viene o vi dà le briciole, oppure scompare, chiedetevi quanto presenti siete per voi stessi e come mai pensate di meritare dei partner che sono poco costanti, (hot and cold), misteriosi e distaccati. 

Se continuate a trovare persone che non vi mostrano l’amore che volete, chiedetevi se vi siete mai dati quel tipo di amore che state cercando.

“Edo, è semplice a dirsi!”

È vero, è molto semplice dire “alza i tuoi standard”, “ama te stesso” ma spesso i consigli così lasciano il tempo che trovano.

Quando arriviamo da situazioni familiari disfunzionali, attiriamo o replichiamo le stesse dinamiche nelle nostre relazioni.

Perché, per l’assurdità che sembra, se crescendo abbiamo associato l’amore con il caos, l’incostanza e l’abbandono, da adulti troveremo dei partner che ci diano quel tipo di “amore”. Quando sappiamo a livello conscio che quello amore non è, ricerchiamo quelle dinamiche che sino familiari, che ci fanno “sentire a casa”.

Ma fare un reframing ovvero insegnare a noi stessi che amore è l’opposto di quello che abbiamo imparato, richiede un certo percorso.

Per questo, se vi trovate in situazioni relazionali infelici o tossiche, un primo passo potrebbe essere proprio quello di parlare con uno psicologo, così da iniziare a trovare e sciogliere tutti quei “nodi” che si sono formati negli anni disfunzionali e iniziare a vivere le relazioni serenamente.
Diventando e trovando un partner costante, presente e affettuoso, lasciando che i fantasmi siano solo un ricordo passato.

Edo Zollo,

Psicoterapeuta e Ghost Hunter 

I Conflitti Che Ci Avvicinano

psicologo italiano a londra
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Come gestire i conflitti nella coppia (da persone emotivamente mature)

Se anche tu sei cresciuto in una famiglia disfunzionale, ovvero una famiglia i cui membri hanno difficoltà significative nella comunicazione (spesso emotivamente immature), nel supporto emotivo e nel funzionamento quotidiano, da adulto tenderai a evitare o a non saper bene come risolvere i conflitti o a riparare dopo un litigio.

Tranquilli, vi faccio vedere come si fa, senza sbattere le porte o lanciare ciabatte, promesso!

Perché il conflitto mi spaventa?

In una famiglia disfunzionale, i modelli di comportamento, le dinamiche interpersonali e le modalità di gestione dei conflitti possono essere dannose e poco salutari. Questo tipo di ambiente familiare può avere effetti negativi sulla crescita, lo sviluppo e il benessere dei membri.

È probabile che i conflitti che hai vissuto da piccolo, fossero emotivamente carichi (pianti, urla, oggetti lanciati e spesso anche molto fisici). Tutti parlavano, nessuno ascoltava, sbattevano porte, non ci si parlava per giorni e poi si andava avanti portando rancore e fingendo di continuare a vivere come se nulla fosse allo stesso tempo.

Confusing, vero? È normale non sapere come affrontare questo tipo di avvenimento ed è normale cercare di evitarlo perché si vuole evitare di ricreare questo tipo di dinamica.

Però, dal momento che stai leggendo questo post, posso dire che hai iniziato a lavorare su di te, e vuoi capire come le persone emotivamente mature affrontano, superano e riparano dopo una discussione o un litigio.

Nelle discussioni tra persone emotivamente mature, non ci sono scenate, grida, ne oggetti lanciati. C’è empatia, comprensione e voglia di risolvere questo conflitto e di ripristinare la relazione

Iniziamo a vedere i quattro elementi base:

L’empatia Prima Di Tutto.

È importante riuscire ad ascoltarvi reciprocamente, senza interruzioni. Lasciando che l’altra persona finisca prima di dire la vostra. Se riuscite, ascoltate per capire e non per rispondere nell’immediato.

È necessario anche validare le emozioni dell’altra persona. Validare un’emozione significa semplicemente far sentire l’altra persona capita e non giudicata per come sta reagendo alla situazione.

Così facendo comunichiamo al nostro partner che “è normale sentirsi così…”. Ovvero che sappiamo che provano un’emozione coerente, non tanto con il mondo, ma con la realtà della situazione che si sono costruiti.

Lo stesso vale per noi, quando ci sentiamo capiti e non giudicati dal nostro partner anche in un momento di conflitto, ci sentiamo più vicini.

Il Famoso Dito… Non Lo Puntiamo

Siete voi contro il problema, non “io v. te”. Può aiutare iniziare le frasi con un “io” invece che “tu”, per esempio: “Io mi sento triste quando non troviamo tempo per vederci” invece di “quando (tu) mi eviti mi sento triste”, nella seconda frase la colpa è tutta nell’altra persona e in quello che pensiamo che faccia (e spesso apposta, per esempio “mi eviti”, diventa molto accusatorio).

Quando lavorate come un team per risolvere il conflitto, vi sentirete più vicini (ecco appunto che i conflitti vi possono avvicinare).

Il Momento Opportuno

Si, è vero che i litigi a volte esplodono dal “nulla”. Ma è importante trovare un momento di calma mentale prima di iniziare a discutere di quello che è successo.

Se andate avanti a parlare in un momento di tensione, il risultato sarà poco producente e il rischio è di focalizzarvi esclusivamente sul problema a non sull’eventuale soluzione.

I Compromessi

Last but not least: il compromesso. Nei conflitti, sopratutto nella coppia, non ci sono vincitori e vinti, specialmente quando si cerca di trovare una soluzione che vada bene a entrambi. Nelle coppie che sono emotivamente mature, si lavora assieme per risolvere una situazione e si trova una soluzione che possa andare bene per entrambi.

Uno dei miti del compromesso è che è una situazione lose-lose. Invece, è una situazione win-win quando i partner cercano di raggiungere una soluzione che soddisfi le esigenze e i desideri di entrambi, anziché cercare di vincere a spese dell’altro. In una relazione sana, il compromesso è uno strumento chiave per risolvere i conflitti e mantenere un equilibrio tra le esigenze individuali e i bisogni della coppia nel complesso.

In Conclusione

Nelle coppie emotivamente mature, non c’è un punteggio da mantenere nei conflitti, ma piuttosto una propensione a essere vulnerabili, cercare soluzioni e imparare a rispondere in modo maturo quando si è arrabbiati.
In una relazione sana, è importante essere autentici anche quando si è in disaccordo. Questo significa avere conversazioni oneste che permettano a entrambi di esprimere chiaramente le proprie opinioni e di prendere decisioni basate sulla comprensione reciproca.

Come Gestire I Conflitti In Modo Maturo

psicologo italiano a londra
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Trovare il coraggio di essere vulnerabili nel momento in cui siamo abituati a costruire barriere

“Sono ancora molto arrabbiat*”

“ Che cosa ti fa provare questa rabbia?”

“Io e il mio partner abbiamo litigato ancora. Non ci arriva davvero, non mi ascolta”

“E sei arrabbiat* perché avete litigato o perché vorresti avere ragione?”

“… so di avere ragione”

“Quindi possiamo dire che se avessi vinto questa litigata, la rabbia sparirebbe?”

“Credo di si”

“ E se ti dicessi che lo scopo del conflitto non è quello di vedere vincitori e sconfitti, ma quello di creare uno spazio per essere autentici anche essendo in disaccordo? Come ti sentiresti a creare questo spazio per la vostra coppia?”


“ Forse potremmo litigare anche in maniera più rilassata, anzi potremmo discutere invece che urlarci addosso. E magari potrei imparare qualcosa anche io”

—-

I litigi, i conflitti, le ciabatte della mamma che volano… chi non è mai stato parte di un duello di parole?

Se siete cresciuti in famiglie un po’ disfunzionali, dove magari la comunicazione non era così importante e al primo segnale di disaccordo scoppiava una vera e propria guerra, allora è molto probabile che non sappiate come meglio gestire i conflitti.

Molla Lo Scudo

Combattere significa essere vulnerabili, ovvero cercare soluzioni e imparare a rispondere in modo maturo quando si è arrabbiati.  Quindi, avere il coraggio di non alzare barriere, ne fisiche ne emotive (restare nella stanza, essere emotivamente presenti) aiuterà questo conflitto a risolversi. 

Ovviamente questo non vale nel caso in cui si parli di abuso, fisico o emotivo che sia, se vi sentite in pericolo in qualsiasi momento, cercate aiuto e supporto subito.

Crea Spazio

In una relazione, è importante essere autentici anche quando si è in disaccordo. Creando uno spazio di senza tensioni durante un momento emotivamente carico, ci da la possibilità (sia a noi stessi che al partner) di poterci esprimere senza sentirci giudicati.

Sapiamo che quello che diremo verrà accolto dall’altra persona come noi accoglieremo quello che l’altro ci dirà, non per usarlo contro di noi in un secondo momento, ma per risolvere quella cosa che ha originato un conflitto in primis.

Voi Contro Il Problema

Ecco, questa forse è un’osservazione che magari avete già sentito “siete voi contro il problema non l’uno contro l’altra”. 

Voi, soprattutto nella coppia, siete in due contro il problema che è sorto. Non l’uno contro l’altra, perché altrimenti come nella vignetta di dialogo introduttiva, si rischia di voler cercare un vincitore a tutti i costi. E cosa succede quando c’è questa “sfida”’

Questo ci porta a coltivare rabbia, tristezza, disappunto che poi si trasformano in risentimento. Sia da parte del vincitore che del vinto.

Aia! Il risentimento poi sarà sempre dietro l’angolo, aspettando che ci siano altre cose, anche minuscole, fatte dal vostro partner, che daranno origine ad un altro conflitto. Ed è un intenso ciclo da cui si fa fatica ad uscire.

Conclusione

Quindi? Come si superano i conflitti in maniera matura? Andando un po’ controcorrente, restando “morbidi” e aperti alla sfida nel momento in cui tutto quello che abbiamo imparato ci sta dicendo di alzare il ponte levatoio e di liberare i coccodrilli.

Gestire i conflitti in questo modo richiede molto coraggio, ma il vostro partner vi sarà davvero grato per questo sforzo. Anzi, iniziando ad avere questo tipo di discussioni, svolte in questo modo, potrebbe avvicinarvi. Un conflitto risolto con gentilezza e comprensione vi fa sentire parte di una squadra e di conseguenza, più vicini. E mi raccomando…

… le ciabatte lasciatele alla nonna!

Le Relazioni Che Guariscono

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Cosa si nasconde dietro alla scelta del partner “giusto”?

Cosa ci spinge a uscire con una persona? È un’emozione? O una sensazione? Forse una caratteristica fisica o forse qualcosa di più.

L’attrazione però ha poco a che vedere con la ragione per cui si sceglie di rimanere con quel partner.

Perché c’è una differenza tra l’uscire con qualcuno e il fare una scelta consapevole di costruire una vita (anche per un breve periodo) con quella persona.

Esiste Un Partner Perfetto?

No, esiste il partner più giusto per noi. E, dal mio punto di vista è quella relazione ci aiuta a “correggere” i modelli e le credenze che ci portiamo dietro a partire dall’infanzia, facendoci allo stesso tempo sentire al sicuro.

Un partner giusto per noi è un partner che ci vede nei momenti vulnerabili e ci fa sentire protetti e supportati, aiutandoci anche a vedere le difficoltà da una prospettiva diversa.

Detto questo, ci sono delle caratteristiche che aiutano nella scelta della persona giusta.

Le Caratteristiche Di Un Partner Ideale

Prima di scegliere il partner giusto, devi prima conoscere te stesso! Ouch, sorry, mi spiace ma è così. Non dico che dobbiate sapere tutto tutto, però alcune cose.

  1. Sapere che cosa ti piace/non ti piace. Capire quali siano le tue esigenze, i tuoi desideri e dei tuoi obiettivi nella vita (sembra poco!)

È fondamentale fare questo primo passaggio perché il rischio nel non sapere quello che si vuole in una relazione è che si scelga una persona in base alle cose che ci mancano (poca autostima, poca considerazione di se) oppure siamo totalmente passivi perché “ ci basta stare con qualcuno”.

La possibilità di entrare in una dinamica poco salutare in questo caso, è abbastanza alta e molto lontana dalla relazione ideale per noi e la nostra crescita. Ti meriti il meglio e il meglio parte da te.

  1. Definisci i tuoi valori: Identifica i valori fondamentali che ritieni importanti in una relazione e in un’altra persona, ad esempio l’affidabilità, la sincerità, la lealtà, la comunicazione aperta, l’empatia o qualsiasi altro valore che sia significativo per te. Assicurati che i valori del potenziale partner siano compatibili con i tuoi. 

Questi valori messi assieme vanno a creare una parte della compatibilità con questa persona (assieme al punto 3).  La compatibilità può riguardare aspetti come gli stili di vita, gli obiettivi futuri, l’etica del lavoro, l’approccio alle relazioni familiari e molto altro.

Se i nostri valori non sono compatibili c’è il rischio che finiamo per “parlare due lingue diverse”, sentendoci incompresi e di conseguenza allontanandoci.

  1. Condivisione di interessi: al di fuori della compatibilità fisica, cosa vi piace fare assieme? Diciamo che se tu sei vegano e lei va a caccia, il rischio è che non vi capiate molto bene e che dopo un po’ cerchiate di cambiarvi a vicenda invece che accettare le vostre differenze (e poi, cosa fanno per sport? Caccia di avocado?). Battuta a parte, è importante avere qualcosa in condivisione. Una passione, un hobby, degli interessi…

Una domanda che non ci facciamo quasi mai è: “la persona che mi interessa è single ma…è emotivamente disponibile?”. Aiuto! 

  1. Emotivamente disponibile: È importante trovare un partner che sia in grado di sostenerti durante i momenti difficili e che sia genuinamente interessato al tuo benessere. 

Allo stesso modo, è fondamentale offrire il tuo sostegno al partner quando ne ha bisogno. La capacità di sostenersi reciprocamente contribuisce a creare una base solida per la relazione. Ma, se il nostro partner ha difficoltà ad accedere alle proprie emozioni, questo potrebbe portarci a sentirci soli e a portare del rancore perché sembra che siamo gli unici a mettere impegno nella relazione.

Perché è importante capire cosa ci fa stare assieme?

Capire cosa ci fa voler stare con il nostro partner non è una cosa scontata ma che va consapevolizzata perché ci tornerà utile.

Nei momenti difficili, in cui ci si sente disconnessi, la ragione per cui volete stare assieme a quella persona è il collante che vi fa dire “ aspetta un attimo… “ prima di reagire.

Il partner giusto quindi, è quella persona che ci piace, che ci fa stare bene, ci supporta e che al tempo stesso ci spinge ad essere migliori in tutti gli aspetti della vita. 

Una persona con cui si può “crollare” e che ci aiuta a capire che siamo in grado di costruirci di nuovo e spesso, meglio di prima, sapendo che noi faremo lo stesso per loro.

E tutto inizia da te, diventa il partner che vuoi trovare.

Quando Non Lavi I Piatti Sporchi, Mi Sento Invisibile

psicologo italiano a londra
psicologo italiano a londra
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Il vortice di pensieri negativi nella coppia, e come uscirne

Torno a casa dopo una giornata di lavoro lunghissima e trovo sempre piatti da lavare, e il mio partner è davanti alla TV. 

Come ti fa sentire questa situazione?

Beh, infastidit* sicuramente e un po’ triste.

E che pensiero hai dietro a queste emozioni?

Che se davvero ci tenesse a me, contribuirebbe di più. Quei piatti nel lavandino non sono solo piatti sporchi, ma una misura di quanto io sia importante nella relazione. E a quanto io valga per il mio partner.

Quindi la storia che racconti a te stess* è che quando il tuo partner non pulisce i piatti vuol dire che non tiene a te.

Esatto!

—-

Ah, questi piatti da lavare!! Questa spazzatura da buttare e i CD sempre nelle custodie sbagliate (se non avete vissuto questo dramma, vi garantisco che è stressante).

Se anche voi avete vissuto una situazione simile e siete arrivati a delle conclusioni di pensiero negative, non siete soli.

E magari vi viene da pensare, sono solo piatti, perché il mio cervello crea così tante storie negative sulla mia esperienza di vita?

Ora vi spiego…

Ma, Sono Davvero I Piatti Che Ci Danno Fastidio?

Quando ti arrabbi per i piatti sporchi nel lavandino, non si tratta davvero dei piatti, il nostro mondo interno sta reagendo non solo all’evento, ma: al significato che proiettiamo sull’evento. 

Ci sembra di reagire in maniera lineare (evento = reazione) ma ci manca un passaggio,ed è quello che ci cala spesso in pensieri negativi. Vi faccio vedere:

  1. Vedo una situazione/ un evento, che mi “attiva”: I piatti sporchi!! (ancora!)
  2. Il mio passato interpreta la situazione e genera i pensieri negativi. Questa è la nostra lente, spesso distorta dalle esperienze passate che crea la storia. “Non mi considera, mi sento invisibile, se ci tenesse davvero laverebbe i piatti”
  3. Questi pensieri danno origine a:
    1. Emozioni: Mi arrabbio.
    2. Comportamenti: Magari non saluto nemmeno il partner e sbatto la porta uscendo dalla cucina.
    3.  Sensazioni: Lo stomaco si stringe e si irrigidiscono le spalle e la mia faccia si accartoccia.

Se queste reazioni e comportamenti ti sembrano familiari, non aver paura, è normale. Possiamo cambiare un passaggio per avere un esito diverso.

Cambia La Narrativa Per Cambiare Le Emozioni

Una volta che siamo consapevoli di questo passaggio intermedio, per cambiare la nostra reazione, dobbiamo chiederci se il punto B, i nostri pensieri, siano validi in questo momento.

Ovvero chiederci “ è vero che i piatti sporchi indicano che il mio partner non ci tiene? Certo, mi piacerebbe ricevere una mano in casa, ma le cose non sono connesse” in modo da cambiare la storia che ci raccontiamo, che diventa:

“Il fatto che i piatti siano sporchi non ha nulla a che fare con quanto il mio partner tenga a me”. 

A cosa serve cambiare la narrativa? A comunicare in una maniera costruttiva, e non accusatoria. 

Possiamo dire al nostro partner che ci farebbe piacere avere una mano in più perchè il carico di lavoro è tanto, ma in questo scenario, i piatti sporchi non vanno a mettere in dubbio ne il vostro valore (“non sono abbastanza per l’altra persona”), ne l’affetto che provate per il vostro partner perchè non ha lavato i piatti.

In parole semplici, passiamo dall’evento, esaminiamo le nostre sensazioni, e cambiamo la storia che ci raccontiamo così da cambiare il modo in cui reagiamo a quell’evento che ci ha “attivati”.

I piatti ci danno fastidio, ma reagiamo in maniera diversa, autoregolandoci e comunichiamo in un modo che ha più probabilità di essere recepito.

Conclusione

La prossima volta che vi trovate in una situazione simile, vi invito a restare con la sensazione che provate e a indagare con curiosità sui pensieri che guidano le vostre sensazioni. Li abbiamo tutti! È ora di portarli alla luce e cambiare quello che non ci serve.